sabato 30 novembre 2013

public company


il 27 novembre 2013 il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto per la rivalutazione delle
quote delle banche nel capitale Bankitalia;  un provvedimento che- al termine di un aumento di
capitale-  porterà l'Istituto a valere tra i 5 e i 7,5 miliardi di euro;

così le banche azioniste potranno rivalutare le loro quote per rafforzare il patrimonio in vista
dell'entrata in vigore dei requisiti di Basilea3;

il decreto stabilisce inoltre che le banche potranno avere al massimo una partecipazione
del 5,-% nella Banca d'Italia  ( e che il tempo per ridurre l'eventuale quota in eccesso è di
24 mesi ),di qui la possibilità di mettere sul mercato le partecipazioni di Bankitalia  e che la
stessa possa " acquistare temporaneamente le proprie quote di partecipazione e stipulare
contratti aventi ad oggetto le medesime";

il disposto del decreto comporta una crescita dei dividendi  che  Bankitalia pagherà ai suoi
azionisti : ciò è dovuto all'aumento di valore del capitale ( su una valutazione di 7 miliardi
il dividendo sale a 700 milioni ),

a fronte di tutti questi vantaggi, con la valutazione a 7,5 miliardi -per effetto del capital gain-
le banche azioniste dovranno versare  al Fisco tasse nell'ordine di 1,2 miliardi;

ma la nascita di questa Public Company genera riflessioni notevoli:  infatti:

siamo di fronte ad un soggetto di diritto pubblico nato nel 1936 allorché Bankitalia venne
nazionalizzata con la creazione di un capitale ( precisamente 300 milioni di lire )versato da
enti finanziari sotto controllo pubblico;

siamo di fronte ad un soggetto di diritto pubblico con struttura azionaria DIVENUTA
PRIVATA  solo in virtù delle privatizzazioni degli anni novanta;

siamo di fronte ad un soggetto di diritto pubblico, come ribadito dalla " legge sul risparmio"
( legge n° 262/2005 ) che all'articolo 19,comma 10 dispone "Con regolamento da adottare ai
sensi dell'articolo 17 della legge 23 agosto 1988,n 400, è ridefinito l'assetto proprietario della
Banca d'Italia, e sono disciplinate le modalità di trasferimento, entro tre anni dalla data di
entrata in vigore della presente legge, delle quote di partecipazione al capitale della Banca
d'Italia in possesso di SOGGETTI  DIVERSI dallo STATO o da altri ENTI  PUBBLICI";

siamo di fronte ad un soggetto di diritto pubblico che " per trasformarsi in Public Company"
deve fronteggiare i dettami della legge 262/2005;

3 commenti:

  1. Intanto c'è da dire che la legge che citi mi risulta non abrogata....giace silenter nei cassetti del parlamento e che i banchieri hanno più volte chiesto chesia superata...e te credo...!
    In secondo luogo,per ottenere 1,5 miliardi di tasse ,si fa un grosso regalo alle banche cher incasseranno dividendi su un capitale miliardario e,considerando la futura ed eventuale trasformazione in public company e con un limite del 5% qui auota capitale delle banche socie,questi si troveranno a vendere sul mercato (tipo Intesa) il 25% della nuova ricapitalizzazione,con evidente guadagni.
    And last but non least,potremmo trovarci una BC di proprietà estera....un bell'affare...io dico che bisogna essere dei coglioni o collusi .
    Tutto questo per trovare una misera copertura per una tassa che poi molti pagheranno comunque....e per obbedire come miserabili e zelanti servitore ad una europa di usurai che ormai più nessuno tollera...siamo al grottesco,alla farsa,alla demolizione dello Stato....questo governo è una sciagura nazionale.

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  2. scusa errori di battitura,ma ho scritto di rileggere....

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    1. grazie della gradita visita . tra le righe volevo dire proprio questo GFC

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